L'ultima volta, hai potuto scoprire cosa sono i token e le principali differenze tra NFT e le criptovalute classiche. Ora sei un esperto sull'argomento, ma potresti avere ancora qualche domanda: quanti tipi di token esistono? Per cosa posso usarli? Quali sono le loro singolarità?

Non ti preoccupare, abbiamo tutte le risposte che cerchi.

Osservandoli da un punto di vista formale, esistono 4 tipi differenti di token: Utility, Transactional, Security e Governance.

Ma andiamo con ordine. Dedicheremo un articolo del blog per ogni tipologia: cominciamo quindi scoprendo gli utility token!

Cosa sono e per cosa si utilizzano gli utility token?

Un utility token è un token che consente particolari funzionalità all'interno di un ecosistema blockchain specifico. Questi token permettono agli utenti di eseguire alcune azioni sulla propria rete e sono unici per il proprio ecosistema.

Un utility token può essere progettato per rispondere a diversi scopi richiesti da uno sviluppatore. In generale, forniscono l'accesso a un servizio o prodotto specifico di un ecosistema blockchain. In altre parole, potrebbe essere necessario un determinato utility token per poter eseguire azioni su una rete blockchain.

Può essere utile pensare agli utility token come a dei coupon o buoni. Il bene che un utility token rappresenta è un certo livello di accesso a un prodotto o servizio che il titolare può ottenere riscattandolo.

Ad esempio, è possibile scambiare FIL (filecoin) per accedere alle funzionalità di archiviazione digitale decentralizzata di Filecoin. O ancora, è possibile scambiare BNB (Binance Coin) per accedere a funzionalità extra all’interno dell’exchange Binance. In particolare, gli utenti che detengono BNB sulla piattaforma godono di uno sconto del 25% sulle commissioni di trading.

Alcuni utility token funzionano anche come punti premio e possono dar vita a sistemi di incentivi per la community.
Il BAT (Basic Attention Token) funziona con il browser Brave, progettato per essere sicuro e privato attraverso un nuovo modello di entrate pubblicitarie. Gli utenti di Brave possono guadagnare BAT se decidono di visualizzare annunci pubblicitari, eliminando quindi la necessità di tracciare costantemente il comportamento degli utenti, come invece avviene nell’attuale web 2.0 (quello senza blockchain). Sono quindi gli utenti stessi ad appropriarsi della scelta di vedere pubblicità o no (guadagnando in caso affermativo), incorporando concetti chiave dell’evoluto web 3.0, come la decentralizzazione. I BAT possono poi essere scambiati per accedere a servizi premium nella rete Brave, per dare mance a Youtubers o content creators, attraverso il browser Brave o attraverso altre applicazioni che hanno integrato i portafogli BAT, come Twitter.

Gli utility token sono spesso utilizzati anche nelle Initial Coin Offering (ICO). Gli investitori ottengono un accesso preferenziale a prodotti o servizi in cambio del loro contributo al finanziamento di progetti. Ma poiché non rientrano nella definizione tradizionale di investimento, e non sono legati a un asset aziendale, sono in gran parte non regolamentati. E questo li ha resi inclini a essere sfruttati da team poco trasparenti.

Quali sono le peculiarità degli utility token negli scambi?

Per scambiare token su un exchange decentralizzato (DEX) o per svolgere una serie di attività di finanza decentralizzata (DeFi), gli utenti potrebbero aver bisogno di un token DEX specifico.

Poiché gli utility token danno accesso a un prodotto o a un servizio, il loro valore è legato alla popolarità di questi ultimi. Se un maggior numero di persone vuole utilizzare il servizio, di conseguenza aumenta la domanda degli utility token che ne garantiscono l'accesso, e questo fa aumentare il valore dell’utility token stesso. È vero anche il contrario: se gli utenti perdono interesse per il servizio, il valore dei token utility diminuisce.

Quali sono le sfide dell'utilizzo di utility token?

Le principali sfide associate all’utilizzo di questi token riguardano le sfide normative, quelle tecnologiche e quelle di mercato.

La sfida normativa più grande è quella di configurare il token con le giuste caratteristiche per renderlo utility, diversamente potrebbe configurarsi come una delle altre tipologie formali (Transactional, Security e Governance che citavamo a inizio articolo) e necessitare di maggior attenzione lato regolamentare.

Una sfida tecnica riguarda le commissioni di transazione (transaction fees).
Poiché molti utility token sono token ERC-20 che girano sulla blockchain di Ethereum, le commissioni per il gas di Ether (utilizzate per compensare i miners per la potenza di calcolo che usano per verificare le transazioni e completarle) possono talvolta essere molto elevate. Se più persone si contendono lo spazio nel blocco successivo, aumentano i prezzi del gas, rendendo più costoso per tutti effettuare qualsiasi transazione sulla rete Ethereum. Proprio per questo, il team di sviluppo di Ethereum è al lavoro per l’applicazione di soluzioni che rendono le transazioni molto più scalabili.

Un aspetto rilevante lato business, è che gli utility token possono essere utilizzati come veicoli per la speculazione finanziaria. A seconda dello scopo del token, questo potrebbe sollevare dei problemi. Se agli utenti viene richiesto un certo importo in euro per fare qualcosa su una rete, e il valore in euro del token fluttua in modo selvaggio, gli utenti possono avere difficoltà a prevedere di quanti token hanno bisogno.

Questo è uno dei motivi per cui alcuni utility token sono studiati per funzionare come stablecoin, ovvero monete progettate per mantenere un rapporto 1:1 con un'altra attività, di solito una valuta fiat come il dollaro statunitense.

Alcune curiosità sugli utility token

  • Gli utility token non sono criptovalute minabili: solitamente sono pre-minati, ovvero vengono creati tutti in una volta e distribuiti secondo le esigenze del team di progetto.
  • Gli utility token sono il tipo di token crittografico più comune, soprattutto perché la maggior parte delle ICO avvenute durante il boom del 2017 ha utilizzato token utility.
  • Attualmente, molti degli utility token presenti sulle blockchain sono privi di valore, perché — come vedevamo prima — generalmente è il mercato a stabilirne l’andamento. Le ICO hanno fatto sì che venissero minati moltissimi utility token, ma il 46% dei progetti del 2017 (anno del boom delle ICO) non ha raggiunto gli obiettivi di finanziamento o non ha guadagnato trazione, svalutando i token a essi abbinati.

Token dalla grande flessibilità

Gli utility token sono rilevanti per i loro numerosi e diversi casi d'uso: possono finanziare lo sviluppo di progetti, consentire pagamenti per servizi decentralizzati, permettere l’accesso a servizi premium, ecc.

Uno dei problemi principali nella creazione di un utility token è quello di accertarsi della sua tipologia, per evitare che si configuri come security token e non incappare in una normativa diversa e molto più stringente... ma di security token parleremo nel prossimo articolo.

Stai pensando a un progetto basato sui token o sei interessato a tokenizzare degli asset esistenti, e vuoi capire se sono utility?
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